Descrizione
De Castelli – lampada Ribot
De Castelli – lampada Ribot; Una presenza fluida, sensibile, delicatamente posata in equilibrio. Un oggetto-scultura composto da un diffusore in ottone martellato a mano, dove il metallo sembra ancora irradiare energia ai tocchi dello strumento che lo ha plasmato. La luce prodotta da una sorgente a led si rifrange come fosse liquida; ogni riflesso evoca il movimento dell’acqua, mentre l’intera composizione sembra vibrare luminosa nello spazio.
Alessandro Mason
Alessandro Mason nasce nel 1983 a Treviso in una famiglia di artigiani, durante gli studi in architettura al Politecnico di Milano ha seguito una ricerca personale nell’arte, che ancora oggi continua nel suo laboratorio di Treviso. Realizza le sue prime macchine nel 2005, con movimenti pneumatici, elettrici e meccanici. Diverse esperienze legate all’ scultura lo portano ad indagare il tema del meccanismo e del movimento in chiave poetica. Le sue creazioni vogliono avvicinare lo sguardo alla natura: esse sono fragili e leggere come esseri viventi. Le sue ricerche proseguono tra lo studio di Milano ed il laboratorio di Treviso, anche grazie alla sua attività di docenza presso Domus Academy, e NABA (Nuova accademia di Belle Arti) a Milano.
Tra gli altri ha lavorato per / collaborato con : Antony Gormley, Sou Fujimoto, Aldo Cibic, Marco Ferreri, Beppe Finessi, Joseph Grima.
De Castelli
Fedele alla scelta di restituire al metallo un ruolo privilegiato nella sperimentazione progettuale. De Castelli innesta in processi tipicamente industriali la matrice di un pensiero e di un fare artigianale che porta a esiti del tutto inediti. L’incontro con il design sollecita un approccio al materiale fondato sul rispetto delle sue possibilità. Nello specifico anche in quelle più nascoste, che emergono via via in una collezione di prodotti seriali e al tempo stesso unici. Ogni progetto, superficie o oggetto, anche nella ripetizione della forma, è un atto creativo in sé, che incorpora un patrimonio di competenze e di ricerca in costante evoluzione.
Si ribalta così l’equazione che confina la freddezza del metallo ai margini dei progetti di arredo, per riportare ferro, ottone e rame, nelle loro molteplici variazioni e finiture, al centro di una scena completamente rinnovata, dove splendono finalmente di luce propria.