Descrizione
Driade – Candelabro Matthew Boulton III
Driade – Candelabro Matthew Boulton III; Declinato in due misure, Matthew Boulton è un candelabro che Giuseppe Chigiotti ha voluto movimentato nei cinque bracci, tesi a definirsi nei coni portacandela.
Giuseppe Chigiotti
Giuseppe Chigiotti si occupa di design, architettura, pianificazione e recupero urbano. E’ stato professore al Politecnico di Milano ed ha pubblicato saggi e libri sulla vicenda storica del progetto degli arredi e degli spazi domestici. Ha iniziato a collaborare con Driade scrivendo testi per i “Manuali dell’Arredamento Driade”. E’ autore del libro “Un viaggio nell’abitare Driade” oltre che coautore con Adelaide Acerbi del libro “Mondo degli oggetti”. Per Driade ha progettato oggetti per la tavola e lampade, oltre al divano Hoff, il tavolo Ping e il carrello Mak.
Driade
Driade è un laboratorio estetico alla continua ricerca della bellezza nell’abitare. Il vasto catalogo Driade comprende mobili per la casa, il giardino e gli spazi collettivi. Sono oggetti d’arte e d’uso quotidiano, anime che si fondono armonicamente. Questo costituisce l’unicità della proposta Driade nel mondo del design. Il laboratorio estetico nasce dal desiderio di introdurre sperimentazione nella serializzazione del prodotto industriale. La ricerca della creatività in ogni prodotto costituisce il senso stesso dell’impresa.
Driade dà così vita a prodotti dagli attributi unici: eclettici, stravaganti ma al tempo stesso eleganti, senza tempo e soprattutto gioiosi. Per di più In questa alchimia di linguaggi e sensazioni ciascuno trova una Driade che gli assomiglia. Inoltre l’arte dell’abitare è basata sul concetto che l’eclettismo, il mélange di culture, curiosità e sorpresa rappresentino la vera essenza della nostra epoca. una predisposizione all’ascolto, uno stato di allerta, un’attenzione a registrare i segni provenienti dall’esterno e a tradurli poi in creazioni quotidiane. Nonchè questo rendersi permeabile alle differenze fa del progetto Driade una proposta di grande attualità aperta al futuro. Infine Nega l’appiattimento della globalizzazione, ma ne intuisce la vitalità e la freschezza derivante dalla moltiplicazione dei luoghi di sviluppo delle idee.