Driade – Poltrona Meran
Driade – Poltrona Meran; Matteo Thun e Antonio Rodriguez sono noti per la loro disinvoltura nel trattare i mobili come un argomento decorativo globale. I loro pezzi evocano una “cultura vivente” sedimentata radicata nel comfort e nell’ospitalità borghesi. La poltrona Meran rispecchia l’immagine suggestiva di quegli spazi, un tempo chiamati “fumoir”. Si tratta di una poltrona con gambe in faggio laccato nero e struttura in legno imbottita in schiume poliuretaniche con rivestimento fisso in tessuto oppure pelle.
Matteo Thun & Antonio Rodriguez
Matteo Thun è nato a Bolzano nel 1952 e si è laureato in Architettura nel 1975 presso l’Università degli Studi di Firenze. Nel 1981 ha co-fondato Sottsass Associati e il gruppo Memphis. Nel 2001 fonda Matteo Thun + Partners, studio di architettura e design multiculturale con sede a Milano e filiale a Shanghai. L’azienda opera a livello internazionale e sviluppa progetti di ospitalità, residenziali, sedi centrali, retail, urban design e masterplan. Antonio Rodriguez è partner di Matteo Thun dal 2003. Sviluppa progetti di architettura, interior, styling e product design, con particolare attenzione al mercato asiatico.
Driade
Driade è un laboratorio estetico alla continua ricerca della bellezza nell’abitare. Il vasto catalogo Driade comprende mobili per la casa, il giardino e gli spazi collettivi. Sono oggetti d’arte e d’uso quotidiano, anime che si fondono armonicamente. Questo costituisce l’unicità della proposta Driade nel mondo del design. Il laboratorio estetico nasce dal desiderio di introdurre sperimentazione nella serializzazione del prodotto industriale. La ricerca della creatività in ogni prodotto costituisce il senso stesso dell’impresa.
Driade dà così vita a prodotti dagli attributi unici: eclettici, stravaganti ma al tempo stesso eleganti, senza tempo e soprattutto gioiosi. In questa alchimia di linguaggi e sensazioni ciascuno trova una Driade che gli assomiglia. L’arte dell’abitare è basata sul concetto che l’eclettismo, il mélange di culture, curiosità e sorpresa rappresentino la vera essenza della nostra epoca. una predisposizione all’ascolto, uno stato di allerta, un’attenzione a registrare i segni provenienti dall’esterno e a tradurli poi in creazioni quotidiane. Questo rendersi permeabile alle differenze fa del progetto Driade una proposta di grande attualità aperta al futuro. Nega l’appiattimento della globalizzazione, ma ne intuisce la vitalità e la freschezza derivante dalla moltiplicazione dei luoghi di sviluppo delle idee.